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cappelli red bull shop E - 0 views

cappelli rapper red bull shop snowboard

started by longchamppas on 28 Oct 14
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    Si sente un gran fracasso, come se fosse finito a distruggere una vetrata, il tavolo di un bar, un salotto, qualcosa. Un gran casino. Attimo di pausa e di silenzio. Poi dalla stessa quinta da cui è uscito, l'attore rientra, lentamente)Novecento disse che doveva ancora perfezionarlo, quel trucco. cappelli rapper red bull
    Io dissi che in fondo si trattava proprio solo di registrare i freni. Il comandante, finita la burrasca, disse (concitatamente e gridando)"PORCO DI UN DEMONIO VOI DUE ADESSO FINITE IN SALA MACCHINE E CI RESTATE PERCHé SE NO VI UCCIDO CON QUESTE MANI, E SIA CHIARO CHE PAGHERETE TUTTO, FINO ALL'ULTIMO CENTESIMO DOVESTE LAVORARE TUTTA LA VITA, COM'è VERO CHE QUESTA NAVE SI CHIAMA VIRGINIAN E VOI SIETE I DUE PIù GRANDI IMBECILLI CHE MAI ABBIANO SOLCATO L'OCEANO".Laggiù, in sala macchine, quella notte, Novecento e io diventammo amici. Per la pelle. E per sempre. Passammo tutto il tempo a contare quanto poteva fare in dollari tutto quello che avevamo rotto. E più il conto saliva, più ridevamo. cappelli red bull shop E se io ci ripenso, mi sembra che era quella cosa lì, essere felici. O una cosa del genere.Fu in quella notte che gli chiesi se quella storia era vera, quella di lui e la nave, insomma che ci era nato sopra e tutto il resto... se era vero che non era mai sceso da lì. E lui rispose: "Sì". cappelli snowboard red bull
    "Ma vero veramente?"Lui era tutto serio.E io non so, però in quel momento quello che sentii dentro, per un istante, senza volerlo, e non so perché, fu un brivido: ed era un brivido di paura.Paura.Una volta chiesi a Novecento a cosa diavolo pensava, mentre suonava, e cosa guardava, sempre fisso davanti a sé, e insomma dove finiva, con la testa, mentre le mani gli andavano avanti e indietro sui tasti. E lui mi disse: "Oggi son finito in un paese bellissimo, le donne avevano i capelli profumati, c'era luce dappertutto ed era pieno di tigri".Viaggiava, lui.E ogni volta finiva in un posto diverso: nel centro di Londra, su un treno in mezzo alla campagna, su una montagna così alta che la neve ti arrivava alla pancia, nella chiesa più grande del mondo, a contare le colonne e guardare in faccia i crocefissi.

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