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Italo Calvino, 90 anni dalla nascita dello scrittore. Su Twitter l'hashtag "#calvinoday... - 0 views

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      Nato il 15 ottobre 1923 a Cuba, Calvino non amava molto i "dati biografici". "Io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere
  • Nato il 15 ottobre 1923 a Cuba, Calvino non amava molto i "dati biografici". "Io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere.
  • E le opere nel suo caso contano davvero: "Il barone rampante", "Il visconte dimezzato", "Marcovaldo" sono solo alcuni dei libri diventati veri e propri classici di formazione.
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    E le opere nel suo caso contano davvero: "Il barone rampante", "Il visconte dimezzato", "Marcovaldo" sono solo alcuni dei libri diventati veri e propri classici di formazione.
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    E le opere nel suo caso contano davvero: "Il barone rampante", "Il visconte dimezzato", "Marcovaldo" sono solo alcuni dei libri diventati veri e propri classici di formazione.
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La vita di Primo Levi e... le favole di Italo Calvino | Rubriche | www.avvenire.it - 0 views

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    "Timido, riservato, pensieroso, schivo, gracile e fragile di fronte alla vita, Primo Levi, scrittore e grande testimone sopravvissuto alla Shoa, è un uomo complesso da raccontare, con una vitalità tenace che lui stesso stentava a riconoscere A chi ne ammirava la forza con cui aveva affrontato e raccontato la prigionia nel lager di Auschwitz confessava umilmente: "Io non sono un uomo forte". E si riteneva un fortunato, avvantaggiato dell'essere stato un chimico, utile al lavoro che si svolgeva al campo di concentramento; fortunato perché nel gennaio del '45 - Levi aveva 31 anni - la scarlattina gli permise di essere abbandonato dai nazisti in fuga e di salvarsi."
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    "Timido, riservato, pensieroso, schivo, gracile e fragile di fronte alla vita, Primo Levi, scrittore e grande testimone sopravvissuto alla Shoa, è un uomo complesso da raccontare, con una vitalità tenace che lui stesso stentava a riconoscere A chi ne ammirava la forza con cui aveva affrontato e raccontato la prigionia nel lager di Auschwitz confessava umilmente: "Io non sono un uomo forte". E si riteneva un fortunato, avvantaggiato dell'essere stato un chimico, utile al lavoro che si svolgeva al campo di concentramento; fortunato perché nel gennaio del '45 - Levi aveva 31 anni - la scarlattina gli permise di essere abbandonato dai nazisti in fuga e di salvarsi."
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