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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged tecnopsicologie

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marco landolfi

Tecnopsicologie e psicotecnologie - 7 views

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    Sintesi di una relazione del prof. Derrick De Kerckhove su "Tecnopsicologia e psicotecnologie: media, mente e linguaggio" sono il tema dell'intelligenza connettiva e della reciproca influenza tra tecnologia e psicologia.
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    E' un articolo molto interessante, in particolare per quel che riguarda il software usato dal Professore con gli studenti di Nizza, al fine di produrre validi progetti, creati da un'intelligenza connettiva (somma sinergica delle intelligenze di tutti gli studenti).
Luigi Coccia

COGNIZIONE DISTRIBUITA - 7 views

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    L'articolo si propone di dare all'utente una chiara definizione di cognizione distribuita intesa come la risultante dell'attività cerebrale di ogni individuo coaudiuvata da strumenti che ne sostengono il pensiero.
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    credo sia una definizione chiara ed esaustiva, anche perchè gli esempi riportati, calati nella realtà di tutti i giorni, fanno capire effettivamente quanto l'interazione con il mondo esterno modifichi il nostro modo di agire e di pensare: "la mente non solo è flessibile, ma che è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera"
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    la nostra mente non solo è flessibile, ma è anche condizionata dalle opportunità e dalle condizioni nelle quali opera!
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    mi piace il parallelismo tra meteorologia e cognizione distribuita. In effetti quando sentiamo che un qualcosa è "distribuito" spesso tendiamo a considerarlo come "suddiviso tra", se invece gli attribuiamo il significato di "disteso su" spostiamo subito il nostro focus su alcune caratteristiche fondamentali dei nostri processi mentali, quali interazione e interdipendenza.
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    De K. riprende il concetto dell'intelligenza connettiva, vista come condivisione della comunicazione e delle informazioni e la sua influenza con le tecnopsicologie. Le tecnologie odierne aumentano l'interattività tra gli utenti e dunque l'aspetto della connettività, il pensiero viene condiviso e elaborato tra persone che possono trovarsi in qualunque posto, e ritrovarsi "in rete" per dare il loro contributo ad un processo di pensiero comune. E' questo uno dei cambiamenti determinati dalle tecnologie sulla organizzazione della mente e della società. L'era della elettricità, le nuove tecnologie, portano a un nuovo tipo di comunicazione, che possiamo definire esteriorizzazione della mente. La rappresentazione delle mente divisa in 3 spazi : fisico, mentale e virtuale, trova come luogo d'incontro lo schermo. Tutto questo ha permesso una più rapida interazione di gruppo e un conseguente cambiamento del modo di comunicare, una nuova forma di intelligenza interattiva con notevoli innovazioni e implicazioni in tutti i campi. Un cambiamento di prospettiva che sposta l'attenzione dall'individualismo alla globalità, verso quella definizione di cognizione distribuita
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    Provo ad integrare i contributi con la definizione fornita la De Kerckhove nella lezione 7. La cognizione distribuita si riferisce ad un processo nel quale vengono condivise socialmente risorse cognitive al fine di estendere singole risorse o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbero ottenere da solo. La cognizione distribuita è il tipo di cognizione, a volte non esplicitata, che esiste nei gruppi di lavoro, di squadra. In primo luogo le conquiste cognitive dell'umanità si basano su un processo in cui i processi cognitivi di un agente e gli oggetti ed i vincoli del mondo reciprocamente si influenzano a vicenda. In altre parole, il contesto influisce sul modo di pensare e il modo di pensare influenza il contesto. In secondo luogo, i processi cognitivi possono essere distribuiti tra gli esseri umani e le macchine. Secondo Gabriel Salomon: "Le cognizioni sono situate e distribuite, piuttosto che strumenti decontestualizzati e prodotti della mente ". E "Piuttosto che pensare alla cognizione come ad un evento isolato che si svolge dentro la testa, la cognizione deve essere vista come un fenomeno distribuito, che va oltre i confini della persona per includere l'ambiente, i manufatti, le interazioni sociali e la cultura". Questo concetto è fondamentale per capire cosa sta succedendo alla cognizione oggi. E' chiaramente l'espansione del concetto di intelligenza e il coinvolgimento del soggetto in un gruppo molto più grande. Secondo Hutchins: * la cognizione è mediata dagli strumenti cioè da tutte le tecnologie * di conseguenza è radicata nell'artificiale * è una questione sociale che comporta variazioni delicate e sfumature di comunicazione, di apprendimento e interazioni interpersonali. E' una visione che si espande al di là della cognizione individuale ed è obbligata a prendere in considerazione le interazioni interpersonali. (continua)
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    Secondo Hutchins e Hollan i processi cognitivi possono essere distribuiti tra i membri di un gruppo sociale e possono comportare un coordinamento tra la struttura ambientale e/o materiale interna ed esterna. Essi inoltre possono essere distribuiti nel tempo in modo tale da cambiare addirittura la natura degli eventi successivi. La mediazione culturale ha infatti un effetto ricorsivo, e bi-direzionale: l'attività mediata modifica contemporaneamente sia l'ambiente che il soggetto in modo permanente. Di fatto modifichiamo continuamente l'ambiente e l'interazione tra i soggetti, l'elaborazione della cognizione e delle informazioni. Gli artefatti culturali sono sia materiali sia simbolici e regolano le interazioni tra l'ambiente e l'individuo. A questo proposito, sono "strumenti" intesi in senso lato e lo strumento principale è il linguaggio. Il linguaggio è il più grande, il più forte, il più articolato, il più complesso, il più ricco, di tutti i mass media, condiviso e anche se praticato individualmente. L'ambiente culturale in cui nascono i bambini contiene le conoscenze accumulate delle generazioni precedenti. Nel mediare il loro comportamento attraverso questi strumenti, gli esseri umani non beneficiano solo della propria esperienza, ma di quella dei loro antenati. Questa è l'eredità culturale, l'eredità sociale dell'informazione che si accumula nel corso degli anni (così come generazioni di persone costruivano cattedrali nel Medioevo, oggi costruiscono Internet). Un'unità di analisi per lo studio del comportamento umano sono i sistemi di attività, sistemi storicamente condizionati di relazioni tra individui e i loro ambienti prossimi e culturalmente organizzati, in altre parole le istituzioni. La storia dell'educazione, la storia dell'arte, la storia etc forniscono un quadro e contengono informazioni che vengono trasmesse nella cognizione distribuita culturale.
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    Le caratteristiche della "cognizione distribuita" sono la comunicazione e la condivisione di informazioni. Queste, proprio perché comunicate, diventano utili, mentre messe in comune permettono alla persona più preparata di utilizzarle a beneficio di tutti. Esemplificazioni intuitive del concetto.
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    dalla piattaforma Indire: Molti trovano alquanto strano parlare di cognizione distribuita perché sono abituati a ritenere l'atto intellettivo e cognitivo un fatto personale, individuale, interno
Enza Avino

tecnopsicologia [Digital Culture] - 6 views

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    "La tecnica non va compresa a partire dallo strumento ... Tutti i mezzi di trasporto si sono sviluppati a partire dal pensiero del viaggiare, del remare, del navigare e del volare, e non dall'immagine del carro o dell'imbarcazione" (Spengler, 1931, 32, 33).
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    E' ovvio che dietro ogni invenzioneil focus è su menti che si sono evolute che sentivono di andare più lontani rispetto a cio' che già era ovvio il web è uno strumento che è andato oltre le aspettative di chi lo ha costruito progettato e scoperto.Questa psicotecnologia è diventata una estensione smisurata dell'intelligenza privata, questo ha moltiplicato le menti e la forma di intelligenza è stata ampliata è diventata collettiva di responsabilità di crescita nel senso culturale sociale e intellettuale.
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