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Lucia Bartolotti

Edmodo | Where Learning Happens | Sign up, Sign In - 5 views

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    Edmodo non è EdMondo. Si tratta di una piattaforma digitale per gruppi di educatori e di studenti. Purtroppo non esiste una versione in italiano, ma è popolarissima negli Stati Uniti e nei paesi di lingua spagnola. Disponibile anche in francese e tedesco.  Consiglio di iscriversi come "teacher" ma prima di tutto di esplorare qualche tutorial in YouTube.
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    Avevo provato ad "esplorare" la risorsa e la avevo trovata fantastica. Ho poi scelto di NON proporla ai ragazzi (io insegno nella scuola media) a causa dei vari casi di cyberbullismo che saremmo poi stati chiamati a fronteggiare. Mi farebbe piacere però sapere se qualcuno ha avuto più coraggio di me e la sta usando con i ragazzi.
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    Io non ho sperimentato Edmodo. L'ho scartata prprio perchè in inglese e per i miei studenti di prima media di difficili approccio. Però ho sperimentato e lavoro su Dokeos che è anche in Italiano. Giudizio: gli studenti contentissimi tanto che mi hanno chiesto se posso tenere il blog aperto per le vacanze estive. Genitori contenti nella maggioranza; alcuni (uno) perplesso per la paura di iscriversi con E-mail che a suo dire espone a rischi i ragazzi, anche se per me il rischio è talmente risicato di fronte all'enormità dei vantaggi che non ne parlerei nemmeno. Anche da noi abbiamo avuto problemi con il cyberbullismo e facebook ma credo siano due mondi completamente diversi e prima i ragazzi capiscono l'uso intelligente della tecnologia (eventualmente anche di facebook perchè no?) meglio è. I buoi ormai sono usciti dal recinto e chiudere il cancello adesso è troppo tardi. Meglio farli pascolare nei prati verdi delle infinite opportunità della rete con la supervisione di qualche avveduto cowboy (noi). pensa che sul blog di piattaforma inerente la poesia abbiamo a lungo dialogato su Wisława Szymborska ancora non ci credo! Ed uno si è perfino letto tutta la raccolta di poesie.Potenza del comunicare con i loro mezzi!
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    Io non uso Edmodo ma Dokeos perchè in Italiano: E' stato un successo specie per il blog e la wiki che abbiamo creato tanto che gli alunni mi hanno chiesto di continuare anche durante l'estate. Cyberbullismo pure da noi ma credo che social network e piattaforme di e-learning siano cose assolutamente diverse.
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    Nella scuola media di Celle Ligure quest'anno tutte le classi hanno avuto accesso ad EDModo e quasi tutti gli insegnanti vi partecipano. Siamo tutti soddisfatti compreso i genitori. Il problema dell'Inglese non esiste perchè il nostro spazio è riservato solo a noi e li parliamo come vogliamo: comunque le insegnanti di lingua comunicano in lingua e gli alunni rispondono in lingua. Su EDMondo per ora siamo entrate due insegnanti e dodici alunni di seconda: è entusiasmante! Ognuno ha il suo avatar e si possono incontrare docenti ed alunni da tutte le parti d'Italia e d'Europa. Il prossimo anno estenderemo l'esperienza.
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    Ho scritto un post per spiegare meglio cosa si può fare con Edmodo. Pubblicato ora in Amentia Verna
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    Grazie Lucia, molto interessante. Mi sembra più flessibile della piattaforma che usiamo nel nostro istituto, Claroline, proprio perché prevede l'iscrizione a gruppi di interesse e la creazione di gruppi variegati. Aspetterò di vedere cosa offre il registro elettronico, però questa soluzione mi sembra da provare. I materiali che carichi vanno sul cloud? Perché uno dei vantaggi di Claroline è che lo puoi installare su un tuo server e quindi non rischi che da un giorno all'altro ti venga cancellato tutto.
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    @ Angela: credo che tu stia parlando di EdMondo, con la N. Che è un'altra cosa. @ Luisella: sì, sul cloud, da dove resta accessibile a tutti e ovunque, e da dove è improbabile che venga cancellato. Il server locale è più vulnerabile agli incidenti, secondo me. I servizi online invece possono "imballarsi" a causa del sovraffollamento, come abbiamo tutti sperimentato con i siti ministeriali, o con il sito dell'AIE, nel periodo delle adozioni dei testi scolastici.
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    @Lucia: Nel mio commento parlo di tutte e due . Confermo il tuo giudizio positivo sulla piattaforma Edmodo, ma aggiungo di star sperimentando anche EdMondo, per ribadire due nuove tecniche di insegnamento molto apprezzate delle nuove generazioni che meritano di essere sperimentate per capire come utilizzarle affiancandole alla didattica tradizionale.
Daniele Guerrieri

Ausili didatici o feticismo consumista? | Blog del Comitato per la Scuola Pubblica - Valdera - 6 views

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    Perché in tempi di magra, dopo aver perso 8 (quasi 9) miliardi di euro, la scuola, secondo una tendenza in corso, dovrebbe fornire ad ogni alunno il tablet della marca più costosa che c'è? Daccordo: funziona meglio degli altri (anche se questo lo dovrebbe decidere una gara d'appalto), ma sono i tablet la cosa di cui oggi ha più bisogno la scuola in Italia?
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    Pur essendo un'utente dell'iPad, concordo sul fatto che un laboratorio di pittura, il sostegno agli alunni in difficoltà, e tutte le cose di cui parli siano di gran lunga più importanti. Sull'eliminazione dell'insegnamento della storia dell'arte al biennio del liceo classico e nel percorso moda degli istituti professionali (dove si è passati da 4 ore settimanali di arte e storia del costume nel triennio a ZERO ore nella scuola post-riforma Gelmini) stendiamo un velo pietoso. Se non si parte dal bello,da dove si dovrebbe partire? Detto questo, in Svezia hanno tutto (la pittura e la musica, ma anche i tablet di ultima generazione), perché investono nella scuola e sui giovani. Da noi i soldi servono a pagare le pensioni d'oro e mille altre cose inutili che arricchiscono la casta, impoverendo la scuola e la cultura... Bisognerebbe fare la rivoluzione, ma il popolo italiano non è mai stato rivoluzinario, al contrario dei francesi, e anzi è tendelzialmente di destra, conservatore...
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    Rimane il fatto che i tagli operati contro la scuola in Italia pesano come macigni, per questo non mi sembra il caso di entusiasmarsi per dei costosi contentini.
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    @ Daniele, Mi sono permessa di aggiungere "sostegno" ai tag del tuo segnalibro, perché - egoisticamente e concretamente - mi serve, anche se concettualmente, il tuo testo include l'aspetto sostegno nella didattica. Mi serve quando Andreas ha annunciato in http://iamarf.org/2013/05/09/lo-strano-modo-ltis13-di-trovarci/ che la seconda parte di #ltis13 sarebbe dedicata a trovarci per collaborazioni basate su interessi/problematiche comuni, citava proprio un commento che diceva "Io sono dalle parti di Novara, mi occupo - sono un'insegnante di sostegno, ho bisogno, vorrei trovare, parlare con altri che hanno bisogno di sostegno." E nei tanti contributi dei partecipanti a #ltis13, sono emerse più volte le problematiche create dalle direttive calate da sopra in combinazioni con tagli alle risorse: problematiche generali, ma particolarmente acute per quanto riguarda l'inclusione di tutti (anzi, mo' ti aggiungo anche il tag inclusione, mi sa). Per citarne uno che ricordo adesso: http://appinclusion.blogspot.ch/2013/04/non-solo-app.html di Maria Grazia Fiore e Elisabetta Brancaccio. L'angolazione è diversa della tua, perché loro non rifiutano i tablet a scuola. Però insistono sulla necessità di adottare e utilizzare sia i tablet sia le loro applicazioni in modo inclusivo - e nel determinarlo sono essenziali gli insegnanti di sostegno. @Luisella: sono importantissime le tue osservazioni sulle applicazioni web che dovrebbero funzionare con qualsiasi browser, ma che invece non funzionano con iPad. E d'altronde ci sono anche limitazioni del genere per i tablet android.
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    sì, infatti. Come scrivevo qui, il tablet è un ottimo strumento da utilizzare nel sostegno, ma non solo. Per tutti gli studenti rappresenta un ottimo ausilio per l'apprendimento e una finestra sul mondo. Certo è che, in una scuola depauperata in mille modi (come ricordava Daniele) fa rabbia vedere come l'ex ministro Profumo parlasse sono ed esclusivamente di "dare un iPad a ogni studente" come se con quello si potessero risolvere tutti i mali della scuola italiana, quando invece bisognerebbe iniziare dall'investire nelle risorse umane. Come ricorda Claude, in questo MOOC ho iniziato anche a scoprire i limiti del tablet (PiratePad e Google Translator Kit non funzionano). E comunque, qualsiasi strumento digitale, se viene introdotto senza un rinnovamento nella didattica (e nella mente degli insegnanti), serve a ben poco. Come si sottolinea da più parti, la LIM nella maggior parte dei casi non ha fatto altro che perpetuare la didattica trasmissiva e tradizionale della lezione frontale (si usa per far vedere film, video, immagini, per scriverci, ed è ovviamente molto più comoda e più motivante di una lavagna di ardesia, su cui molte di queste cose non si possono fare, però se si usa solo per questo, la didattica rimane teacher-centred e non student-centred, come è invece in questo MOOC). Comunque concordo con te Daniele, non sai che rabbia mi prende quando dal Ministero arrivano frasi tipo "daremo un tablet a ogni studente" in concomitanza con tagli di ogni tipo su organici, stipendi, FIS...
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    @Claude: Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento. Per i ragazzi che ne hanno un bisogno particolare è un'altra cosa... del resto, già da anni viene dato loro un portatile magari pagato con donazioni o risorse locali. Comunque, per gli alunni che non hanno ancora raggiunto un sufficiente grado di autonomia, spesso, il computer serve solo per "tenerli a balia": l'insegnante di sostegno è insostituibile.
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    Sono d'accordo con te, Luisella: se non rinnoviamo le nostre menti e il nostro modo di fare didattica, i nuovi strumenti servono proprio a poco! L'uso critico e creativo degli stessi sarà significativo.
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    Io credo fortemente nel rinnovamento della didattica e credo che esso possa passare ANCHE sebbene non solo dall'introduzione di nuovi strumenti . La sfida non è insegnare la teconologia ma CON la tecnologia perchè essa mi offre potenti mezzi e mi avvicina ai miei studenti che come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti hanno e avranno sempre di più categorie di pensiero e modi di apprendere che non sono più quelli che noi abbiamo usato. La scuola non può più essere quella nostra e dei nostri genitori. Non in quello che viene insegnato, o forse anche in quello, ma in COME viene insegnato. Dunque non vedo il problema . Ho speso molte nergie per trovare quest'anno il finanziamento per i miei Ipad l'anno prossimo. E ne sono fiera. Non trovo ci sia nulla di male nè di "peloso". Chiunque mi offra la possibilità di lavorare meglio a scuola è il benvenuto. Credo sia un po' semplicistico archiviare tutto come se chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista fosse un nemico della scuola pubblica. Credo che sia una falsa idea di democrazia quella della scuola di tutti , intendendo,per tutti la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo. Occorre avere il coraggio di dire che le risorse vanno impegnate dove c'è chi le sa far fruttare e chi si impegna in un progetto sensato e significativo. Non tutti i docenti hanno volgia di impegnarsi in un progetto o in una sperimentazione. Non c'è nulla di male a riconoscerlo.Chi non se la sente ha i suoi motivi. E se anche le risorse vengono,come nel nostro caso, da privati, ben vengano. E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione. Lamentarsi e basta non serve. Attendere sempre che lo stato faccia mentre io sto lì fermo ad aspettare mi pare o
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    Concordo Sabina, infatti anche io mi sono data da fare per avviare una sperimentazione con iPad nel settembre scorso, in una classe prima, con l'aiuto di colleghe e della dirigente. Concordo anche sul fatto che lamentarsi e basta non serve, e anche sul fatto che il FIS non debba essere distribuito a pioggia. Sappiamo tutti che alcuni insegnanti fanno il minimo indispensabile, non sono disponibili a rinnovarsi ecc. Però non sono d'accordo quando dici: "E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione." Gli ultimi ministri che abbiamo avuto hanno portato avanti forti campagne denigratorie nei confronti di noi docenti, proprio perché i docenti perdessero quel poco di credito sociale che era loro rimasto. E lo hanno fatto scientemente, non a caso. Ben diversa la politica in altri paesi, Finlandia ma non solo (pensiamo al video australiano che anch'io ho postato nel mio blog riprendendolo da Giorgio). Quando ho partecipato ai workshop sul cooperative learning con Cathy e Norm Green, anni fa, prima che Norm ci lasciasse, una delle prime cose che Norm ci ha detto, è che la differenza sulla qualità dell'insegnamento lo fa proprio lo stato, investendo e credendo nelle risorse umane. I paesi in cui l'istruzione funziona bene sono quelli in cui la professione docente è una professione ambita, in cui i docenti sono ben pagati e in cui si offrono opportunità di formazione e aggiornamento di qualità. Quindi, ok fare uno sforzo noi docenti (e qui ce ne sono tanti che lo stanno facendo), però non contro i mulini a vento. A me un ministro che blocca i contratti o che dice che con gli insegnanti va usato "il bastone e la carota" fa solam
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    @sabinaminuto: (ho incollato quanto detto in un precedente commento) "Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento.". Inoltre: non pensavo che tu intendessi "insegnare la teconologia (...anziché) CON la tecnologia"; non ho mai creduto, neanche da ragazzo, nella scuola, implicitamente fascista, che ho avuto e tanto meno in quella, palesemente fascista, dei nostri genitori; credo anch'io che il come sia importante ma, come dice Luisella in un commento precedente, l'insegnamento può rimanere frontale e unidirezionale anche con i mezzi digitali: il come ce lo mette l'insegnante (e i ragazzi); non ho mai pensato che "chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista (?) (..sia) un nemico della scuola pubblica"; sono convinto che gli esempi che ho usato di quanto abbiamo perduto con i tagli non significhino "la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo" e, tra l'altro, alcuni "ci spendevano molte energie; io ho sempre combattuto per i progetti in cui credevo, fino a quando ne ho avuto la possibilità, e ho sempre creduto nell'innovazione, anche se non sono un insegnante "prevalente". Per ora chiudo qui.
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    @Luisella concordo sui ministri e tutto il resto: (beata te che hai partecipato a tale aggiornamento!) Ma continuo a pensare che la forza di un'idea e di un modo di approcciare la cultura e la scuola debba venire anche e sempre di più da noi. Sono così stufa di dover sopperire nella mia scuola come responsabile di plesso ai "danni" fatti da colleghi annoiati, demotivati, inadatti, perennemente ancorati alla frase" e a me chi paga queste ore?" che non riesco più a credere che sia solo colpa del ministero , del ministro di turno o di chi altro: Mi guardo intorno e penso che in parte quello che è diventata la scuola italiana è anche frutto della mancanza di rigore, onestà intelettuale, credibilità di molti colleghi per anni e anni. scusa lo sfogo, ma è proprio così. @Daniele volevo dire esattamente quello che hai detto tu: l'insegnamento può rimanere frontale è vero anche con l'Ipad , ma certo lo strumento tecnologico è così potente e apre così tanta strade da sperimentare che ridurlo a feticcio consumista mi è sembrato davvero ingeneroso. Mi ha dato fastidio l'archiviare il tutto come se fossimo schiavi di apple o che so io. Non sono così ingenua da pensare che il miracoloso Ipad sia la panacea per le magagne della scuola. Comunque proverò e ti saprò dire. Per ora ho provato la flipped classroom con i video dell'app educreation, per fare solo un esempio, e sono davvero soddisfatta. Proprio tu , insegnante "non prevalente" come ti definisci sicuramente avresti di che sperimentare.Provare per credere. Con stima Alla prossima ;)
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    allora siamo tutti d'accordo... ;-)
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    Anche per me siamo tutti daccordo. Sia sugli insegnanti demotivati che sul provare comunque cose nuove.
Claude Almansi

"The hole in the wall: self organising systems" (with Twitter track) Sugata Mitra at ALT-C 2010 - YouTube ClipsFromALT 2010-11-01 - 1 views

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    "Caricato in data 01/nov/2010 "The hole in the wall: self organising systems in education" Keynote speech by Sugata Mitra, Professor of Educational Technology at Newcastle University (Twitter track by agreement with Sugata) at "Into something rich and strange" - making sense of the sea change, the 2010 conference of the Association for Learning Technology (ALT). Session given in Nottingham, UK, on Wednesday 8 September 2010, at 14.00. For information about ALT go to http://www.alt.ac.uk/. Made publicly available by ALT under a Creative Commons Attribution-Non-Commercial 2.0 UK: England & Wales license http://creativecommons.org/licenses/b.... Categoria Istruzione Licenza Licenza Creative Commons Attribuzione (riutilizzo consentito) "
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    pagina per la sottotitolazione http://www.amara.org/en/videos/ultQSyhompLo/info/the-hole-in-the-wall-self-organising-systems-with-twitter-track-sugata-mitra-at-alt-c-2010/ Problema da risolvere: Amara ha interpretato la pista dei "sottotitoli" generati da twitter come sottotitoli inglesi normali. Forse si può usare la pista English UK per i veri sottotitoli inglesi.
Lucia Bartolotti

Open Sankoré | The Free Interactive Whiteboard Software - 2 views

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    Scaricabile liberamente dalla rete perché Open, sostituisce i programmi proprietari su qualsiasi superficie touch. In inglese ma corredato da videotutorial. Segnalato da Maupao.
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    L'ho scaricato intanto e provato sul laptop. Le funzionalità ci sono tutte o quasi mi pare, comunque le più importanti e sono semplici da usare. La visualizzazione grafica forse sul laptop va adattata (vedo alcune scritte eccessivamente grandi). La galleria dei contenuti ha una impostazione molto chiara, più funzionale del notebook per esempio, ma è tutta da riempire naturalmente. L'interfaccia web al momento (mi?) funziona proprio male. il motore di ricerca della galleria non si attiva e se cerco di collegarmi a siti web esterni dall'interno della finestra della lavagna, il programma incontra una serie di errori e smette poi di funzionare. Sarà da provare un po', anche in classe collegata alle varie lim, per verificare se può effettivamente fare da valido sostituto dei vari software proprietari. Da verificare anche la compatibilità/convertibilità da/con i formati almeno più diffusi (notebook e promethean per es.) per poter riutilizzare contenuti già creati con quelli senza troppe difficoltà. Il problema della eterogeneità di lim e relativi software, nell'ambito in particolare dello stesso istituto - posto che secondo me il software proprietario rimane comunque di grande utilità per chi lo usa diffusamente, se non altro per beneficiare dei contenuti creati nell'ambito delle relative comunità i apprendimento - mi pare diffuso a macchia d'olio e ormai endemico, mi sa, a causa delle 'politiche' di acquisto piuttosto incoerenti adottate dalle scuole nell'ebrezza da finanziamento pon o similare. Forse un software aperto potrebbe alleviare, se non risolvere, i disagi creati a docenti e studenti.
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Nicoletta Farmeschi

Per i libri di testo autogestiti | Apogeonline - 5 views

  • a Wikipedia ai vari siti specialistici), ma il problema è trovare i materiali sufficientemente affidabili e neutrali. Inoltre lo studente ha bisogno non solo di informazione allo stato liquido, ma di percorsi strutturati adatti ed efficaci per le sue specifiche esigenze formative. Ecco che l’occhio vigile del docente nella scelta di contenuti già disponibili o nel confezionamento di di
Claude Almansi

http://lai.dfc.unifi.it/lab/il-tag-p.html - Andreas Formiconi - 2 views

  • Prima frase non delimitata da <p> e <\p>. Seconda frase non delimitata da <p> e <\p>.
    • Claude Almansi
       
      Perché il backslash invece dello slash normale nel tag di chiusura <\p> ?
  • E ora: volete vedere il codice di questa pagina? Usate la combinazione Ctrl-u
    • Claude Almansi
       
      Però perché diamine i blog ti vanno a capo lo stesso anche se non hai messo nessun tag? È un problema quando si prepara un tag con un editore web tipo quello di LibreOffice, dove la sorgente spezza le righe per chiarezza di lettura, ma senza effetto sul testo visibile. Se poi copi la sorgente nella modalità html di un blog, ti ritrovi tutte queste righine piccole. Beh, meno male che c'è http://www.textfixer.com/tools/remove-line-breaks.php - però sarebbe meglio se quando una piattaforma blog dice di offrirti una modalita html, lo faccesse davvero...
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    "Prima frase non delimitata da e . Seconda frase non delimitata da e . Prima frase delimitata da e . Seconda frase delimitata da e . E ora: volete vedere il codice di questa pagina? Usate la combinazione Ctrl-u :-)"
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